Francobolli pubblicitari per salvare il servizio postale

Nel racconto classico di Robert Heinlein “L’uomo che vendette la Luna” un imprenditore raccoglie fondi per una spedizione lunare minacciando una società di bevande analcoliche che, senza il suo sostegno, si sarebbe rivolto ad un loro concorrente e avrebbe messo il loro logo sulla superficie lunare per essere visibile dalla Terra.

Questa storia mi è venuta in mente quando ho letto la recente decisione da parte del Servizio postale degli Stati Uniti (USPS) di concedere in licenza ad una azienda di abbigliamento lo slogan “Rain Heat & Snow”.

La realtà è che oggi l’USPS è in grandi difficoltà economiche. Il servizio postale americano, che secondo alcune stime gestisce il 40 per cento di tutta la posta recapitata nel mondo, ha perso 15,9 miliardi dollari l’anno scorso su un fatturato di 65 miliardi.

L’USPS non riceve soldi dalle tasse. Come un’azienda privata, ha a propria disposizione solo le entrate conseguite. Ma le vendite risultano scarse come la recente vendita di alcune proprietà immobiliari. Per ridurre le spese, l’USPS ha proposto di non effettuare più consegne al sabato, ma il Congresso ha congelato la proposta almeno fino a Settembre.

Alcuni dicono che gli Stati Uniti dovrebbero seguire l’esempio di molti altri paesi che hanno privatizzato il servizio postale. Questa soluzione appare tuttavia politicamente improbabile. L’unica per fare soldi è quella di seguire il consiglio di Heinlein e di vendere la luna.

Ma cosa significa? Significa per l’USPS monetizzare il suo bene più prezioso e cioè lo spazio pubblicitario presente nei 22 miliardi di francobolli che vende al pubblico ogni anno. L’idea non è in realtà così nuova. Nel 1981, l’USPS aveva già proposto di pubblicizzare alcuni libretti, ma alla fine non se ne fece nulla.

Il servizio postale americano offre già un servizio di personal stamp che consente agli utenti di pagare per i francobolli personalizzati.

Le aziende private che stampano francobolli con loghi aziendali potrebbero richiedere anche più del doppio del valore nominale di affrancatura. L’USPS potrebbe ad esempio richiedere 30 cent per ogni francobollo pubblicitario di prima classe riducendo così il proprio deficit in bilancio di oltre il 40 per cento.

Qualcuno però potrebbe immediatamente obiettare che nessuno comprerà francobolli con un logo pubblicitario. Il cliente allo sportello, di fronte ad una scelta tra un francobollo pubblicitario e uno commemorativo, sceglierà quest’ultimo.

Due soluzioni sono le possibili soluzioni. Quella estrema potrebbe essere la fine delle emissioni di francobolli commemorativi a favore di quelli pubblicitari. Ciò potrebbe però causare un forte malcontento tra clienti e collezionisti di tutto il mondo.

In alternativa, l’USPS potrebbe inserire il logo pubblicitario in un angolo dei suoi francobolli commemorativi. Più precisamente, l’USPS potrebbe sponsorizzare all’asta alcune serie dei suoi francobolli per un certo periodo di tempo. Per tre anni, ad esempio, ogni francobollo celebrante un grande personaggio americano sarebbe sponsorizzato da Microsoft, ogni francobollo in onore della fauna selvatica sarebbe sponsorizzato da Starbucks.

Vendere spazi pubblicitari richiederebbe una modifica della Legge, ma in tal modo sarà possibile avere più strumenti per far crescere le entrate. Come Walter Russell Mead ha ammesso, “un servizio postale che deve sopravvivere dovrà essere in grado di perseguire nuove opportunità di business senza chiedere di volta in volta il permesso al Congresso”.

Fonte: delawareonline.com

USA

Francobolli pubblicitari per salvare il servizio postale ultima modifica: 2013-04-04T10:05:34+00:00 da Alessandro

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